Ci sono bambini che nascono nel silenzio.

Nei primi anni di vita formano i loro pensieri senza usare le parole.

Le immagini fissano i loro ricordi e una sequenza di esse

organizza le loro esperienze e la loro autocoscienza.

Comunicando fra loro, creano abilmente immagini nell'aria

con la destrezza delle loro mani.

Il flusso delle immagini che sostiene il loro pensiero

sembra a volte seguire i bagliori del sogno

piuttosto che i riflessi dello specchio della ragione.

Questi bambini speciali

nati nel silenzio

vivono nel fiume dei sogni.

LA FAVOLA




IL FIUME DEI SOGNI

In un luogo molto molto lontano, c'era una foresta immensa, fatta di alberi altissimi e secolari, e attraversata da un fiume maestoso, sulle cui rive molti animali avevano trovato dimora.
Fra di essi c'era la piccola Raganella, che trascorreva tutta la giornata a giocare felice con i suoi amici, nuotando e tuffandosi senza mai riposarsi.
Solo in alcuni momenti, al calare del sole, sentiva un peso al cuore. Allora saliva su una larga foglia galleggiante per poter pensare, guardando gli splendenti riflessi d'oro sull'acqua e spingendo il suo sguardo il più lontano possibile.
Il motivo della sua tristezza era il fatto di non capire il perché delle cose.

Guardando il mondo intorno a sé si rendeva conto che c'erano molte cose belle, come l'amore e l'amicizia, ma anche tante cose brutte, come la violenza degli animali predatori e la morte.
Poiché era un essere di natura, poteva capire la necessità delle une e delle altre, ma le dispiaceva il fatto che, crescendo e allargando così l'orizzonte della sua conoscenza, vedeva sempre più violenze ed aggressioni, mentre le scene d'amore erano sempre meno, e pian piano sembrava scivolassero via dal quadro delle sue esperienze, fino ad essere messe un po' in disparte.
Ma c'era una cosa che più di tutte la rattristava:
il senso di isolamento e di inadeguatezza che provava quando cercava di entrare in contatto con qualcuno che in quel momento non stava badando a lei. Non riuscendoci, lo percepiva lontano e irraggiungibile.
Questo succedeva quando si trovava al di fuori dello sguardo dell'amico con cui voleva comunicare e, presa dallo sforzo di produrre un contatto, sentiva i polmoni gonfiarsi e sgonfiarsi e la gola tendersi e vibrare fino quasi a sentirla dolente... ma poi non riusciva a raggiungere il suo scopo.
Per ottenere attenzione, non le restava che avvicinarsi a chi voleva interpellare e toccarlo con le sue manine di smeraldo, oppure, per animali molto più grandi di lei, doveva addirittura saltargli sul muso, fresca e leggera, come succedeva con i cuccioli di ippopotamo, suoi compagni di giochi.
Quel giorno, mentre se ne stava assorta nei suoi pensieri ormai da un po' di tempo, sentì all'improvviso come un terremoto, ed un enorme elefante emerse maestoso dall'acqua e dal fango, sollevando con la schiena un ignaro coccodrillo che si trovava lì per caso, e si diresse lentamente verso di lei.
Fra gli abitanti del fiume, quell'animale gigantesco era quello con il cuore più grande, e per questo era in grado di sentire le emozioni di tutti gli esseri viventi che gli stavano vicino.
Raganella lo vide avvicinarsi, fermarsi davanti a lei per guardarla negli occhi  e per darle, con lungo sguardo, tutta la sua comprensione.
Poi tese con cautela la sua enorme proboscide verso di lei invitandola a salire e, sollevandola lentamente in alto, la depose delicatamente sulla sua testona colossale. Si diresse quindi verso un grande albero che si ergeva poco lontano sul rialzo della riva, protendendo il groviglio delle sue radici verso l'acqua. Alzò nuovamente la sua proboscide per bussare sul tronco e, da un buco molto più in alto, comparve il Gufo Saggio che, dopo averli riconosciuti, invitò Raganella ad entrare.
Chiunque giungeva fino a lui era per avere la risposta ad una domanda importante, e per questo la fece avvicinare alle pagine di un grande libro.
Raganella guardò tutti quei segni strani che le ricoprivano fittamente e, ad un tratto, sotto i suoi occhi increduli, cominciarono a formarsi delle immagini che si muovevano come fossero cose reali, e vide un grande ragno d'argento, bello e prezioso.
Il Ragno della Storia tesse ogni giorno la Tela del Tempo che collega ogni cosa nel mondo, e trasmette le vibrazioni della vita da una all'altra, attraverso i suoi fili lunghissimi e invisibili.
La maestria del ragno consiste anche nell'intrecciare i fili della realtà, più spessi e resistenti,che reggono le cose del nostro mondo, con quelli della fantasia, più sottili e delicati, che connettono le cose nella Terra del Sogno. In alcuni luoghi del nostro pianeta, dove la vita si esprime con maggior forza e vitalità, le trame della tela sono così fitte e i fili così vicini, che alcuni esseri della Terra del Sogno possono arrivare fino al nostro mondo. Il cammino inverso può essere percorso solo dai bambini, dagli animali e talvolta dagli artisti e dai visionari, gli unici che possono percorrere la tela della fantasia senza spezzarla.
Il luogo in cui viveva Raganella, era uno di quei territori di confine fra i due mondi, e per questo si chiamava “Il Fiume dei Sogni”.
Ci fu un tempo lontano in cui questo era il regno del Tiranno, un essere gigantesco e fortissimo, la cui ferocia gli consentiva di sottomettere tutti gli altri animali.
Un giorno egli decise di allontanarsi dal fiume e dalla foresta che lo circondava, per esplorare nuovi territori, e fu cosi che giunse fino al mare.
Vide Focena, una creatura bellissima, che nuotava fra le onde, ed era così agile ed elegante che la volle tutta per sé. Allora si gettò su di lei e la rapì, imprigionandola nella sua bocca enorme, irta di terribili denti.
Quella scena agghiacciante fu vista da Tursiope, il Principe del Mare e promesso sposo di Focena. Ripresosi dallo spavento, giurò che avrebbe inseguito il Tiranno fino in capo al mondo, e che avrebbe salvato la sua amata.
Tursiope radunò un esercito di foche e leoni marini, e si diresse verso il Castello sul Mare. Dopo alcuni giorni di viaggio, entrarono nelle sue alte mura invincibili e trasparenti, e trovarono un grande cancello con le sbarre d'oro che subito si aprì per farli entrare nella Terra del Sogno.
Ci fu una grande luce, e tutti si sentirono trasportare lontano ad una grande velocità.
In un istante, raggiunsero le acque del fiume, trovarono il Tiranno e lo circondarono.
 A quel punto, comparvero altri animali in loro aiuto, provenienti sia dalla Terra del Sogno, che dalla foresta e dal fiume, fra cui un gigantesco coccodrillo, che si piazzò proprio davanti al Tiranno.
Tursiope diede l'ordine di attaccare e tutti si scagliarono contro il nemico.
La battaglia fu tremenda, e fu il coccodrillo che sferrò il colpo che costrinse il Tiranno alla resa.
La notizia della vittoria dei nostri eroi percorse veloce la Terra del Sogno vibrando sulla Tela della Fantasia, e raggiunse il Castello sul Mare, dove gli amici di Tursiope e di Focena festeggiarono nuotando felici e saltando fra le onde illuminate dal sole.
Il Tiranno battuto si ritrasse in disparte e si nascose in una grotta profondissima da cui non tornò mai più.
Sul luogo della battaglia si raccolsero Tursiope e i suoi soldati, per condividere con gli alleati la gioia della vittoria, ed esaminare le ferite e i danni riportati durante lo scontro. Guardando verso il cielo si accorsero allora che la Ragnatela del Tempo era strappata. Nonostante ciò, fu ancora in grado di trasportare Tursiope , Focena e i loro esercito, al Castello sul Mare, dove pochi giorni dopo furono celebrate le nozze.


Il Ragno della Storia si mise subito all'opera per riparare le maglie strappate ma, involontariamente, si dimenticò di tessere il filo che permette al suono di propagarsi.
E fu così che da quel giorno, in quel luogo incantato regnò per sempre il silenzio.
Alla fine di questa bella storia, Raganella era così emozionata e commossa che quasi le veniva da piangere. Per questo grande regalo, ringraziò il Gufo Saggio e lo salutò riconoscente.
Aveva capito che il Male può essere sconfitto con la forza dell'Amore e dell'Amicizia.
Poteva accettare il Silenzio che la circondava, perchè non era una punizione, ma una condizione di cui nessuno era stato intenzionalmente responsabile.
Ora sapeva tante cose ed era sicura che, quando le sarebbe capitato ancora di rimuginare sui perché della vita, sarebbe stata meno triste.
Così pensando, era tornata sulla riva del fiume e, con salto, si tuffò nell'acqua.


Fine